Fiorentina-Atalanta è stata una partita bruttina, decisa dagli episodi. Come spesso capita nel calcio. Nel giudicare partite di questo tipo bisogna partire dal concetto che i rigori ci sono sempre per chi li prende e non ci sono mai per chi li subisce. A meno che non si tratti di falli talmente plateali per i quali può diventare anche difficile arrampicarsi sugli specchi (ma comunque c’è chi prova lo stesso a negare l’evidenza). Lo stesso problema si pone per il Var. C’è chi lo chiamerebbe continuamente in causa (quando riguarda se stesso) e chi mai (quando riguarda gli altri). Detto questo, la partita di oggi è stata molto equilibrata, molto calda (dal punto di vista meteorologico) e con diversi falli (veri e presunti). Una gara che probabilmente ha messo a nudo le difficoltà di un campionato quasi frenetico, con partite molto ravvicinate. Tanto che le squadre, alla fine, sembravano avere il fiatone.
Molto più interessante del calcio giocato è sembrato il calcio parlato, cosa che raramente succede. Dopo la partita il tecnico dell’Atalanta Gasperini ha detto che Chiesa, patrimonio del calcio italiano, può diventare diseducativo quando si butta in area di rigore. Pioli ha dichiarato anche lui che Chiesa è un patrimonio del calcio italiano ma che, proprio per questo, va tutelato dai calci degli avversari. Biraghi ha detto che il Var non gli interessa, ma guarda un po’, e che Chiesa non simula perché prende sempre un sacco di botte. E che comunque uno che corre per buttarlo giù bisogna picchiarlo.
Ognuno tiri le conclusioni che preferisce. Per quelli come noi che seguono il calcio da tanti anni non c’è niente di nuovo sotto il sole. Var o non Var.
Duccio Magnelli
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